Ludwisburg è una graziosa città barocca, situata a circa 15 Km a Nord di Stoccarda (D): nella regione tedesca del Baden-Württemberg.
La città di Ludwig prende il nome dal Duca Eberhard Ludwig, che, Dal 1715 al 1733, nell’arco di una ventina d’anni, vi fece costruire il Residenzschloss, (il Castello), che la rende famosa: si tratta del più grande castello barocco della Germania, composto da 18 edifici e 452 stanze, ora trasformato in museo aperto al pubblico
l Frisoni progettò e diresse l’impianto decorativo della Reggia, chiamando a lavorare i migliori artisti della sua Valle (la Valle Intelvi): abili lapicidi, scultori, stuccatori, pittori, marmisti e capomastri.
Panorama Reggia
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Veduta aerea disegno Frisoni
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Accanto ai più noti Carlo Innocenzo e Diego Carloni, Pietro Scotti e Donato Giuseppe Frisoni, molti altri artisti intelvesi di valore prestarono la loro opera e lasciarono pregevoli realizzazioni nella reggia di Ludwigsburg.
Emergono, tra gli altri, gli artisti lainesi, giunti a Ludwigsburg grazie non solo alla loro abilità, ma certo anche per legami di parentela, (che spesso venivano intrecciati e consolidati proprio sul grande cantiere), o di vicinanza, come l’appartenenza ad un unico paese o alla valle d’origine. Questi artisti hanno avuto ruoli importanti soprattutto nella decorazione a stucco, ma anche nella progettazione e, con punte d’eccellenza, nella scultura.
Si tratta di Lorenzo Mattia Retti, cognato del Frisoni, che si trasferì con i figli Donato Riccardo, Paolo, Livio e Leopoldo Matteo, del marmorista Giacomo Antonio Corbellini da Casasco, dello scultore Giorgio e dei figli Carlo e Domenico Ferretti da Castiglione Intelvi. Ma anche di artisti originari d’altrove, come i bergamaschi Soldati, che si stabilirono poi in Valle Intelvi.
Marmi di Giacomo Antonio Corbellini
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Stucchi di Riccardo Retti
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Il Castello di Ludwisburg raccoglie quindi in un unico luogo moltissime testimonianze dell’arte dei nostri Magistri: conoscere l’arte intelvese significa spesso, anche per gli stessi intelvesi, scoprire molti tesori sconosciuti, ricchezze ignorate; questo patrimonio artistico ci arriva, attraverso i secoli, dalla capacità e dall’inventiva di artisti che hanno dedicato la loro vita a creare con buon gusto, intelligenza e fantasia.
Stucchi di Diego Carloni
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Pala di Carlo Innocenzo Carloni
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Si calcola che vi lavorarono oltre un centinaio di provetti artigiani, sempre intelvesi; si costruirono quindi addirittura una serie di case prospicienti alla Reggia ed ancora esistenti, per alloggiare tante persone: tutti i maggiori protagonisti della storia dell’arte intelvese si sono in qualche momento qui ritrovati.
Opere di Donato Giuseppe Frisoni e Paolo Retti
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Opera completata da Leopoldo Retti su progetto di Frisoni
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Da sempre l’Italia è patria del bello e i nostri artisti ne sono stati valenti ambasciatori: l’enorme complesso del Castello, come oggi si vede, e persino l’assetto urbanistico della città, sono infatti un’insigne opera dei nostri antenati, monumento a perenne memoria del loro genio e creatività: è importante fare conoscere l’esistenza di questo gioiello agli italiani, e in particolare agli intelvesi, ai quali l’opera degli artisti di casa è rimasta per lungo tempo sconosciuta.
Il cd.rom
La Comunità Montana ha realizzato un cd.rom contenente le schede con il censimento sistematico delle opere dei Magistri Intelvesi al Castello di Ludwisburg, documentazione delle opere decorative con foto digitali a colori, corredate da ampie didascalie descrittive; il lavoro è stato realizzato dal Sig. Ernesto Palmieri, vicepresidente APPACuVI e noto studioso di arte locale, di cui già abbiamo potuto apprezzare la qualità artistica delle foto realizzate per i precedenti cd-rom della collana “Tesori d’arte”, che illustrano gli itinerari proposti in questa sezione.
La cittadina fu fatta costruire, praticamente ex novo, agli inizi del Settecento dal duca Eberhard Ludwig,che tanto amava svisceratamente la caccia quanto rifuggiva dalla vivacità operosa ed invadente del vicino capoluogo.
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(Statua di Carlo Ferretti)
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In località Erlachshof, oggi Ludwigsburg, dove sostava dopo le battute di caccia, pensò, prima, di fare una tenuta, ma cambiò poi i piani per farne una residenza da destinare alla sua Favorita, la giovane ed attraente Wilhelmine von Grävenitz.
Per portare avanti l’impresa, l’architetto Johann Friedrich Nette chiamò il capomastro e stuccatore di Laino Intelvi Giuseppe Donato Frisoni che aveva visto all’opera a Praga, e con lui arrivarono, nel 1709, i pittori Antonio Colomba da Arogno, Tommaso Soldati da Bergamo e lo scultore Giorgio Ferretti da Castiglione Intelvi.
Alla morte di Nette nel 1714, Frisoni presentò un suo progetto ed un piano urbanistico per il nuovo borgo che piacquero molto al duca e gli fecero ottenere l’incarico di progettazione e direzione dei lavori della grande impresa (18 edifici con 452 sale).
Il razionale centro dell’odierna cittadina è ancora quello ideato da Frisoni.
Ottenuto il prestigioso ed impegnativo incarico, si fece raggiungere dal cognato, Lorenzo Mattia Retti che si trasferì con i figli Donato Riccardo, Paolo, Livio e Leopoldo Matteo. E da Scaria vennero lo scultore in stucco Diego Carloni con il fratello pittore Carlo Innocenzo, da Casasco lo scalpellino Francesco Pedetti ed il marmista Giacomo Antonio Corbellini, il pittore Pietro Scotti, lo scultore Antonio Sylva, Carlo Daldini e tanti altri artisti che, conosciuti ed apprezzati, passarono successivamente da Ludwigsburg anche ad altre corti tedesche. E con questi, tante altre centinaia e centinaia di lavoranti sconosciuti.
Le immagini raccolte nel CD (circa 600) vengono presentate per autori e con criterio cronologico, in otto sequenze, formato Power Point, oltre all’introduzione.
Due sequenze sono dedicate a Donato Giuseppe Frisoni stuccatore e architetto.
Due sequenze a Carlo Innocenzo Carloni,
la prima alla sua opera complessiva
la seconda alle voltine degli atri degli scaloni del Re e della Regina con la presentazione degli ovali monocromi e la traduzione dei proverbi riprodotti.
Due sequenze a Diego Carloni,
una all’opera complessiva
l’altra ai suoi numerosi e deliziosi putti.
Una sequenza a Pietro Scotti
Una sequenza a tutti gli altri maestri intelvesi presenti sul grande cantiere.
È un primo sguardo al lavoro lasciato dai nostri Magistri in quel magnifico luogo dello spirito che è Ludwigsburg, uomini che si guadagnarono stima e, in alcuni casi, gloria presso i committenti di tutta Europa, mentre, purtroppo, sono ancora poco noti in Patria.
Meritano, invece, di essere fatti conoscere, anche perché, con la loro opera, hanno significativamente contribuito a costruire e connotare quella cultura europea, quel comune modo di sentire che è la premessa e la sostanza stessa dell’unione politica.
[Vedi anche il “Servizio Speciale” pubblicato sul n.29 de “La Valle Intelvi”, disponibile nella sezione dedicata alle pubblicazioni della Comunità Montana]