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Osteno – Oratorio di S. Rocco. Maestro di Osteno – (Andrea Solari) – Scuola dei Leoni. Chi sale alla Valle Intelvi da Porlezza trova nell’antico lazzaretto con stucchi del 1608, questo splendido paliotto realizzato nel 1659 a conclusione della peste manzoniana e dopo la visita del Cardinale Federico Borromeo. Il paliotto presenta un decoro a fiorami fiamminghi, con stemma nel pannello centrale e ad orecchi nei pannelli laterali. Straordinari sono l’equilibrio compositivo e cromatico e la finezza esecutiva. Questo decoro servirà da modello per altari di molti scagliolisti intelvesi, dai Solari ai Ferretti, ai Rapa.

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Claino – Chiesa parrocchiale di San Vincenzo – Altar maggiore – Maestro degli Aliprandi – Ambito dei Leoni. Il paliotto, di grande effetto, freschezza di decoro e assonanza al gusto fiammingo dei Fioranti, ma anche alle sfarzose tessiture barocche dei paliotti in tessuto, trova riscontro in quello della cappella dell’Immacolata dell’oratorio del Carmine di Casasco, in quanto affiancato dalle medesime erme. Databile al sesto decennio del Seicento.

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Claino – Chiesa parrocchiale di San Vincenzo – Cappella della Madonna del Rosario, eretta nel 1607. Esempio di paliotto eseguito con il riporto del medesimo disegno del precedente ed attribuibile a Francesco Solari senior per il pannello centrale e ad allievo (Pietro Solari senior?) per i pannelli laterali (Attr. F. Spalla). Periodo: primo quarto del secolo XIII. La figuretta centrale di S. Domenico e le devozioni della chiesa alla Madonna del Rosario costituiscono un chiaro riferimento all’ordine dei Domenicani (Dominis canes).

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Laino – Chiesa parrocchiale di San Lorenzo – Cappella Peri o di S. Pantaleo – Maestro d’ambito dei De Marchi. Paliotto realizzato non in scagliola, bensì con la tecnica dello stucco lucido affine all’antica tecnica dell’encausto. La partitura geometrica che allude ad un colonnato, gli elementi decorativi rinascimentali, la figura monumentale di classica compostezza, e, non ultimi, i piccoli paesaggi monocromi di chiaro sapore cinquecentesco e, ancora, la datazione della cappella con lo stemma dei Peri, portano a datare l’opera entro la prima metà del Seicento. Secondo Pietro Conti sarebbe opera di Paolo Caprani e, quindi, di fine ‘800.

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Laino – Oratorio di San Giuseppe – Paliotto dell’altare della cappella di sinistra. Singolare paliotto con scudo centrale dipinto in stucco lucido, è stilisticamente databile alla metà del Seicento. Il paliotto rientra nella vasta produzione del Seicento lombardo che trova riscontri nei decoratori dell’accademia del disegno di Federico Borromeo. Giuseppe (?) Molciani Senior, per la scagliola, e Domenico Quaglio senior, per il dipinto, potrebbero esserne gli autori.

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Pellio Intelvi – Oratorio del Garello – Paliotto dell’altare della cappella di S. Carlo. Paliotto nato probabilmente per l’altare maggiore ( motivi mariani ) e poi traslocato in questo altare, è attribuibile a Giuseppe Molciani senior e databile alla seconda metà del Seicento.

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Pellio Inferiore Chiesa parrocchiale di San Michele. Angolare di balaustra.

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Pellio Superiore – Chiesa parrocchiale di Santa Maria Basamento. Reca la scritta “Don Cetti Nicola fece 1975”.

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Ramponio – Chiesa parrocchiale di San Benedetto – Altare marmoreo con parti in scagliola, opera di Bartolomeo Della Torre .

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Ramponio – Chiesa di San Pancrazio – Altare della cappella laterale sinistra. Attribuito a Pietro Solari (Scuola di Santino Solari), ma, più propriamente, andrebbe collocato attorno agli anni ’70/’80 del Seicento ed all’ambiente dei Rapa, a scagliolista attivo a Genova con Bartolomeo della Torre e con Tommaso Orsolino (Giovanni Rapa ?). La scelta dei colori delle meschie verdastre e bianche risponde all’intento di imitare una tarsia marmorea classicheggiante anche nella sua simmetria.

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Ramponio – Chiesa di San Pancrazio – Altare della cappella Rapa. Altare di stile genovese, con prevalenza dei bianchi per l’uso che i Genovesi facevano del marmo di Carrara. Opera di G. Battista Rapa, firmata e datata 1711, come reso noto da Don Battista Cetti. L’altare è contenuto entro le quattro volute ed è suddiviso in cinque partiture.

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Verna – Chiesa parrocchiale di S. Ambrogio – Altar Maggiore in scagliola firmato da Francesco Solari di Pietro, iunior (1707/1769) e datata 1757 . Il modello bombato plastico con due gradini sopraltare evidenzia i classici colori asburgici e sarà ripetuto più volte dallo scagliolista.

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Verna – Chiesa parrocchiale di S. Ambrogio – Paliotto dell’altare della cappella del Sacro Cuore. Paliotto strutturato in cinque partiture in campo unico, anche in questo caso si deve ricondurre l’opera ad un Ferretti, ambito dei Leoni, ed alla prima metà del Settecento. Un piano di tavolo di questo autore si trova nella reggia di Ludwigsburg. (Attr. F. Spalla)

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Scaria – Chiesa parrocchiale di Santa Maria – Altare della seconda cappella a sinistra. L’altare, come quello della cappella di fronte, realizzato completamente in scagliola ad imitazione del marmo di Carrara, Verona e, sul fondo a volute,di Arzo ha il suo più prossimo riferimento in quello di S. Ambrogio a Verna, opera di Francesco Solari. Del1753 è l’altare, mentre del 1771 è il ciborio di Antonio Allio.

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Scaria – Chiesa parrocchiale di Santa Maria L’Altar Maggiore.

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Lanzo d’Intelvi – Chiesa parrocchiale di San Siro – Altare della cappella della Madonna. ~ metà del sec. XVII – Opera del maestro di Pietro Solari senior (Canevale? Ferretti?) riconducibile alla devozione dei Gesuiti al Sacro Cuore. Paliotto di grande qualità, tripartito e contenuto, ai lati, da due lastre con volute bianche. Stilisticamente l’opera si rivela del periodo tra il paliotto di S. Rocco ad Osteno (1659) e l’altare maggiore di tarsie marmoree di S. Maurizio a Casasco che si dice opera del periodo del Card. Federico Borromeo.

Lanzo d’Intelvi – Santuario della Madonna di Loreto (1673) – Altare coevo alla costruzione Il paliotto, opera di un Ferretti, è tripartito, d’impaginazione intelvese, con lastre laterali che presentano il motivo a cuore ed uccellini realistici ( fringuelli e cardellini). Il maestro si esprime pittoricamente con la scagliola. Il medesimo artista realizza il paliotto di S. Agata a Castiglione.