Gli itinerari proposti e le relative immagini sono tratti
dai cd rom editi dalla Comunità Montana “Lario Intelvese”
della serie “TESORI D’ARTE“
“LAINO INTELVI”
autore Ernesto Palmieri
G.B. Barberini decorò i sottarchi della navata centrale con sequenze di soggetti emblematici. Essi dovrebbero rappresentare le virtù che hanno“guidato e sorretto” simbolicamente la vita di S. Lorenzo affrescate nella volta.
Tuttavia la scelta dei simboli, in gran parte estranei alla simbologia religiosa tradizionale ed ufficiale, e gli stessi testi dei cartigli, in qualche caso scritti al presente e al futuro, sembrerebbero ispirarsi e celebrare valori di eroica umanità: quelli dello stesso artista in una con l’ascesi del Santo? La loro interpretazione è materia da esperti.
Laino Intelvi: San Giuseppe
Dal candore delle pareti e dal tamburo animato da grappoli d’angeli, in un denso cielo azzurro e dorato, il coro dei Santi e degli Angeli si svolge in ordinato ed armonioso gioco di forme e di colori, salendo a incoronare la centrale epifania della SS. Trinità. Sopra la cappella centrale a lui dedicata è S. Giuseppe, sopra quella laterale sinistra a lei dedicata è la Vergine, sopra quella laterale destra a lui dedicata è S. Antonio da Padova. Essi hanno conosciuto il Santo Bambino e ad essi, Sacra Famiglia allargata, è dedicato il ciclo.
Centrale è la figura di S. Giuseppe che, attorniato ed assistito da angioletti, si protende verso la Santa Trinità con gesto ampio ed eloquente, aprendosi alla grazia benefica che lo sovrasta. Sotto di lui un giovane luminoso angelo dai tratti bellissimi tiene aperto il sacro libro della Rivelazione.
Presso di Lei S. Lorenzo, patrono di Laino, con la graticola del suo martirio, figura nella quale, come già a Mezzegra, confrontato con l’autoritratto esplicito di Lubiana, si può riconoscere l’autoritratto in patria del pittore (G. Bergamini). Quaglio si firma quasi sempre Iulius Qualeus de Laino ed al patrono di Laino affida le sue sembianze. È commovente, in questo artista migrante l’attaccamento alla sua piccola Patria. Ma, come vedremo, non è questo il suo solo autoritratto presente nella cupola di S. Giuseppe.
Laino Intelvi: Palazzo Scotti
Intorno agli anni 80 del 1700, Carlo Scotti affresca la volta del salone d’onore della sua dimora lainese con questo spettacolare affresco. L’affresco appare ben più che una sola pur eccellente prova del bravo pittore. Si può dire, infatti, che esso sia un privato, ma non troppo, manifesto di vita. Nella seconda metà del XVIII° secolo, l’Europa ha diffusamente maturato lo spirito illuministico. Ed il dio del sole e delle arti che scaccia le tenebre è l’evidente metafora del lume della ragione e dell’ingegno che sconfigge l’ignoranza e la superstizione. L’adesione entusiasta del pittore alla nuova filosofia ed alle sue implicazioni naturalistiche sembra evidente. Adesione probabilmente maturata presso i circoli dei committenti presso i quali gli Scotti lavorano. Sorprende, invece, che egli, con grande disinvoltura, abbia voluto esibirla in un contesto periferico quale la Val d’Intelvi ove non erano certamente offerti gli orizzonti innovativi di una Parigi o di una Milano. Alcuni particolari del dipinto confermeranno queste impressioni.
Laino Intelvi: Oratorio di San Vittore
Volta – Prima campata – Angeli e Virtù di Domenico Quaglio